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Psicoattivo. Droghe,
sostanze d'abuso e dipendenze
Mostra scritta e realizzata nel 2006.
Progetto realizzato con il contributo del Ministero
dell'Istruzione.
La mostra comprende 30 poster 70X100
cm a colori stampati su PVC ad alta risoluzione o
montati su supporti rigidi (pannelli in forex 3 mm o k-mount 8 mm), ambedue le
soluzioni di estrema facilità di installazione a parete o su
pannelli autoportanti. La mostra comprendere inoltre nove animazioni computerizzate
e con commento parlato che
illustrano i meccanismi funzionali del cervello e i meccanismi d'azione delle
droghe. Possibile accompagnare la mostra con un documentario video, La droga
e i suoi effetti sul cervello realizzato da Stefano Canali per Le Scienze,
Mondadori Video.
Scarica il progetto dettagliato dell'iniziativa
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ad un esempio di una delle animazioni computerizzate presenti nella mostra
Libretto
Catalogo della mostra: Copertina
Catalogo
della mostra, bozza pagina introduttiva sulla storia delle droghe
Catalogo della mostra, bozza pagina introduttiva sull'organizzazione funzionale
del cervello e il brain imaging
Libretto Catalogo della mostra, pagine
sulla cocaina
Libretto Catalogo della mostra,
pagine sulla cannabis
per informazioni ed
eventuali richieste per prestiti o ristampe vai alla pagina dei
contatti e manda un messaggio.
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La controversa
definizione di droga
Con il termine droga si indica genericamente ogni sostanza
capace di agire sui meccanismi e i processi del cervello.
Questa particolare definizione dovrebbe così comprendere
sostanze psicoattive come l'alcol, il tabacco e gli psicofarmaci
che invece non sono chiamati droghe... continua
Che venga definita o meno droga, ogni sostanza psicoattiva
altera i processi di trasmissione dei segnali e delle
informazioni tra cellule nervose: sulle dinamiche cioè alla base
di ogni fenomeno psicologico, dalle emozioni ai ricordi,
dall'apprendimento alla percezione, dalle capacità motorie alle
abilità intellettive... Per
leggere il testo intero, le didascalie e per vedere
l'ingrandimento dell'immagine del poster clicca qui |
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Le droghe nella storia
Le indagini storiche, etnologiche e
geografiche, dimostrano che la ricerca della manipolazione della
coscienza, dell'alterazione degli stati mentali e del controllo
del comportamento sono tratti costanti nella storia
dell'umanità. La tendenza a usare sostanze psicoattive, lo
psicotropismo, si presenta, con metodologie e percorsi diversi,
in tutte le epoche, a tutte le latitudini geografiche, in ogni
civiltà.
Nelle sostanze psicoattive l'uomo ha
cercato il sostegno per affrontare la natura e le sfide con gli
altri, l'evasione e il godimento estetico. Attraverso le
sostanze psicoattive si è cercato di curare le malattie, di
fuggire gli affanni, i disagi fisici e morali, di rompere i
vincoli della quotidianità, di acquisire una percezione mistica
e giungere all'esperienza del sacro...
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Storia dell'alcol
Bevande alcoliche
fermentate venivano già consumate nel neolitico, circa 9.000
anni fa nell'est asiatico. Il vino appare chiaramente nei
pittogrammi egizi già nel 4.000 a.C., mentre l'Antico Testamento
riporta che Noè aveva piantato una vigna sul monte Ararat.
La birra era la principale bevanda alcolica dei Sumeri. Mentre
il pulque, una bevanda ottenuta dalla fermentazione dell'agave
era diffusa nelle civiltà precolombiane.
Dal 1.700 a.C. circa, la produzione e l'uso del vino dovevano
diffondersi nella civiltà greca sino a diventare elementi
centrali in molti rituali sacri. Ippocrate, padre della
medicina, indicava il vino per il trattamento di numerose
affezioni...
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intero, le didascalie e per vedere l'ingrandimento dell'immagine
del poster clicca qui |
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Storia del tabacco |
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Storia della canapa |
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Storia degli
allucinogeni |
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Storia delle
amfetamine |
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Storia dell'ecstasy |
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Struttura e
individualità del cervello |
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Cervello ed
evoluzione biologica |
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Cervello emotivo |
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Il neurone
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La neurotrasmissione
I neuroni comunicano
attraverso segnali elettrici mediati chimicamente da
neurotrasmettitori a livello dei recettori. Il legame tra
neurotrasmettitore e relativo recettore è specifico, la
struttura molecolare di ogni trasmettitore cioè si adatta
esclusivamente a un tipo di recettore.
Nel cervello esistono alcune decine di neurotrasmettitori
diversi, ognuno di essi quindi specifica un sistema
neurochimico.
Nella neurotrasmissione chimica, il neurotrasmettitore viene
rilasciato nella giunzione sinaptica dalla terminazione assonica
all'arrivo dell'impulso elettrico (figure 1 e 2).
Esso si lega quindi alle molecole dei recettori presenti sulle
terminazioni dendritiche dando così luogo alla serie di
modificazioni chimiche sulla membrana della sinapsi che
rilanciano l'impulso bioelettrico lungo le fibre nervose, verso
altri neuroni (Figura 3). Allo stesso tempo il
neurotrasmettitore si lega agli autorecettori (figura 3). Gli
autorecettori hanno la funzione di rilevare la concentrazione di
neurotrasmettitore nello spazio sinaptico e quindi di regolarne
il rilascio.
Avvenuto il rilancio dell'impulso elettrico il neurone
pre-sinaptico ricattura il neurotrasmettitore e con enzimi
specifici (M nella figura) ne degraga l'eccesso nella sinapsi
(figure 4 e 5).
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Neurotrasmettitori
veloci
Il legame tra GABA e relativo recettore determina un
cambiamento chimico nella membrana del neurone bersaglio che
rende quest'ultimo refrattario a eventuali stimoli eccitatori.
Il GABA, pertanto, esercita un'azione di inibizione della
trasmissione nervosa. I recettori specializzati per il GABA
rappresentano il substrato anatomico sul quale agiscono i
farmaci tranquillanti ed ansiolitici.
L'azione dell'acido glutammico sui relativi recettori invece
aumenta l'eccitabilità neuronale ed innalza conseguentemente il
consumo energetico delle cellule nervose.
L'ossido nitrico è un neurotrasmettitore inibitore che sembra
agire per semplice diffusione dai terminali nervosi piuttosto
che attraverso il rilascio. La sua azione non altera in maniera
evidente il potenziale di riposo ma causa variazioni delle
funzioni metaboliche intracellulari, che a loro volta modificano
l'eccitabilità del neurone.trasmettitori
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Le amine biogene |
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Le endorfine |
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La costruzione del
cervello: genetica ed epigenetica
Entro la nascita si
forma la maggior parte dei neuroni e si completa la migrazione
neuronale, con la costruzione delle principali connessioni
cerebrali. La ramificazione e quindi la moltiplicazione dei
contatti tra neuroni continua per tutta l'adolescenza, mentre la
produzione di nuove sinapsi si mantiene per tutta la vita. Il
neurone e la sinapsi dunque sono strutture plastiche,
modificabili dalle esperienze, come anche l'incontro del
cervello con le sostanze psicoattive.
Le esperienze e gli stimoli a cui ci si espone però non cambiano
soltanto la struttura fine del cervello, ma modificano anche la
funzione dei geni delle cellule nervose. Questa modulazione
epigenetica, indotta anche dall'uso di sostanze psicoattive, può
mutare ad esempio la quantità di neurotrasmettitore, dei
relativi enzimi di riduzione, dei recettori, alterando così,
anche a lungo termine, le normali funzioni di neurotrasmissione
e gli stati psicologici, come le emozioni o i processi
cognitivi, che da esse dipendono. |
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Fattori non biologici
e non farmacologici negli effetti delle sostanze psicoattive
Pur intervenendo e
modificando le funzioni del cervello, gli effetti e l’uso delle
sostanze psicoattive sono modulati da una serie di fattori
diversi da quelli meramente farmacologici e biochimici.
Le funzioni del cervello codificano e riflettono gli stati
psicologici e le variabili sociali ed etiche su cui questi stati
vengono costruiti e vissuti. In altre parole i processi
neurochimici del cervello sono alla base di tutti i nostri stati
mentali ma allo stesso tempo essi si strutturano e rispondono
modificandosi in funzione delle nostre esperienze, della nostra
educazione, dei nostri stati emotivi, di ciò che sappiamo e di
cosa vogliamo. Allora è chiaro che anche una prospettiva
scientifica nella comprensione dell’azione delle sostanze
psicoattive deve comunque contemplare la dimensione psicosociale
entro cui si dà il consumo di sostanze psicoattive perché essa
in ogni caso influenzerà la loro azione neurofarmacologica, gli
effetti e le eventuali complicazioni legate al loro uso e abuso.
Per queste ragioni, gli effetti gli effetti a breve e a lungo
termine delle droghe variano tra individui diversi e si
modificano nel tempo in uno stesso individuo.
Fondamentali a questo proposito sono il set, cioè i fattori
psicologici del consumatore (il tipo di personalità, lo stato
psichico in cui ci si trova, le conoscenze sulla sostanza) e il
setting, cioè a dire il contesto, l’ambiente sociale e la
situazione in cui avviene il consumo. |
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Alcol: effetti e meccanismi d'azione
L'alcol, più
propriamente l'alcol etilico o etanolo, ha un effetto bifasico.
A dosi molto basse induce risposte euforizzanti che
corrispondono all'attivazione della neurotrasmissione mediata
dalla noradrenalina, dalla serotonina, dalla dopamina e dagli
oppioidi endogeni. A dosi più elevate ha un effetto sedativo e
ansiolitico determinato dall'inibizione della trasmissione
mediata dall'acido glutammico e dal potenziamento di quella
inibitoria del GABA.
deprime l'attività del cervello legandosi ai recettori per il
neurotrasmittitore inibitore GABA e in parte anche a quelli
della serotonina e degli oppioidi endogeni. Allo stesso tempo
l'alcol determina una iperattività nei neuroni dopaminergici del
sistema limbico, in particolare nel nucleus accumbens, questo
fenomeno rappresenta uno dei correlati biologico degli effetti
gratificanti dell'alcol.
Il consumo continuativo dell'alcol tende a sviluppare tolleranza
e dipendenza. Ciò dipende soprattutto dalla riduzione della
trasmissione mediata dal GABA, una risposta adattativa dei
neuroni all'esposizione all'etanolo. |
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Tabacco: effetti e
meccanismi d'azione |
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Canapa: effetti e meccanismi
d'azione
Effetti ricercati:
Euforia, allegria, rilassamento, disinibizione,
modificazione delle sensibilità sensoriali, della percezione del
tempo e dello spazio. Gli effetti variano molto in funzione
dell’esperienza, delle aspettative, del contesto di assunzione,
delle condizioni emotive. Tra gli altri effetti si ha aumento
del desiderio di cibo. Durata degli effetti: 2-5 ore.
Meccanismi d’azione: il Tetraidrocannabinolo o THC,
principio attivo della canapa si lega ai recettori per
l’anandamide (il cannabinoide prodotto dal cervello), presenti
in particolar modo sulla corteccia frontale (funzioni
cognitive), l’ippocampo (memoria, rappresentazione dello
spazio), nei gangli della base e nel cervelletto, questi ultimi
due centri cerebrali preposti alla coordinazione delle funzioni
motorie.
Effetti avversi a breve termine: vasodilatazione,
tachicardia; a dosi più alte riduzione dei tempi di reazione e
del coordinamento motorio, alterazioni della percezione,
dell’attenzione e delle funzioni cognitive, con compromissione -
ad esempio - delle capacità di guidare. Talora esperienze
ansiose e reazioni di panico.
Effetti avversi a lungo termine: con l’abuso protratto si
possono avere instabilità dell’umore, apatia e passività,
deficit cognitivi. Possibili alterazione delle funzioni sessuali
e depressione del sistema immunitario. |
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Allucinogeni:
effetti e meccanismi d'azione |
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Oppioidi (eroina,
morfina): effetti e meccanismi d'azione |
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Cocaina (cocaina, crack,
cristallina): effetti e meccanismi d'azione
Effetti ricercati:
euforia; piacere; sensazione di benessere, di aumento della
sicurezza personale, dell’energia, della resistenza alla fatica,
della lucidità mentale. Gli effetti ricercati durano da alcuni
minuti a poche ore. L’esaurirsi degli effetti ricerca provoca
depressione, ansia, spossatezza. Da qui la compulsione a
riassumerla subito dopo.
Meccanismi d’azione: blocco della ricattura della
dopamina, quindi aumento della concentrazione nella sinapsi e
potenziamento della neurotrasmissione dopaminergica.
Effetti avversi a breve termine: aumento della pressione
arteriosa e del battito cardiaco, insonnia, ipertermia,
abolizione della fame, tremori, alterazione dell’attività
elettroencefalografica. Sopravvalutazione delle proprie capacità
psicomotorie e dei tempi di reazione con gravi pericoli in caso
di guida di un veicolo. Con dosi elevate si può arrivare alla
disorganizzazione del pensiero; a un sentimento di onnipotenza,
con esplosioni di rabbia e aggressività incontrollata; al
delirio; a crisi convulsive; a depressione respiratoria e
morte....
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didascalie e per vedere l'ingrandimento dell'immagine del poster
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Amfetamine – (nomi di strada: speed, ice, crystal): effetti e
meccanismi d'azione |
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Ecstasy
(MDMA, Adam, X, XTC): effetti e meccanismi d'azione
Effetti ricercati:
sensazioni di aumento dell’energia, della resistenza alla
fatica, delle capacità sensoriali, euforia; riduzione dei
timori, delle difese e dell’ansia sociale, aumento della fiducia
in sé e negli altri, empatia.
Durata degli effetti: 4-6 ore, se la sostanza è stata
consumata nella notte in discoteca, con la cessazione degli
effetti subentra una notevole stanchezza, il crash, che può
portare ad addormentarsi all’improvviso mentre si guida.
Meccanismi d’azione: aumenta la concentrazione della
serotonina a livello sinaptico, quindi aumento dell’attività
nervosa mediata da questo neurotrasmettitore, da qui l’effetto
empatogeno. Potenzia la trasmissione mediata dalla noradrenalina
da qui il suo effetto psicostimolante.
Effetti avversi a breve termine: vasocostrizione con
aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco,
alterazione della vigilanza e del ritmo sonno/veglia con
insonnia, disidratazione, aumento della temperatura corporea,
contrazioni muscolari involontarie e riduzione della
coordinazione motoria, abolizione della fame. Con dosi elevate,
soprattutto in ambienti caldi e affollati come le discoteche, si
può arrivare all’ipertermia maligna con febbre oltre i 42 gradi,
che può determinare il decesso.
Effetti avversi a lungo termine: degenerazione dei centri
e delle vie nervose serotoninergiche, depressione e forte
irritabilità, indebolimento organico, stereotipie e tic,
attacchi di panico, deficit cognitivi e psicosi paranoidee.
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